Buon pomeriggio Whispers, vi avevo promesso delle novità ed eccone una, vi racconto aneddoti della vita di una donna in cui realtà e mito tessono le fila di un racconto dai toni leggendari e magici.
Penelope non è solo un personaggio omerico che ha atteso per vent'anni il ritorno del suo amato sposo, Penelope esiste davvero ed è più vicina di quanto pensiate. Questa donna, come la fedele consorte di Ulisse, è un'abile ricamatrice, non vive nell'isola di Itaca ma in quella di Sant'Antioco, al sud della Sardegna, il suo nome è Chiara Vigo. Lei è la sola al mondo in grado di tessere la seta del mare: il bisso, fibra tessile ottenuta dal Pinna Nobilis, mollusco presente nelle acque del Mediterraneo.
Il bisso noto anche come filo d'oro rievoca il gomitolo che Arianna ha donato a Teseo per ritrovare l'uscita dal labirinto, proprio come quello ci consente di ripercorrere a ritroso la storia dell'umanità. La seta del mare è comparsa agli albori della civiltà, in Mesopotamia, lungo le sponde del Tigri e dell'Eufrate, per poi arrivare sulle rive del Nilo, dove fu utilizzato per realizzare i bracciali della regina Nefertari ed il copricapo del faraone Cheope. Altri manufatti leggendari che si pensa siano stati prodotti col bisso sono le vesti del re Salomone e della regina Ecuba ed il Vello d'oro cercato da Giasone.
La leggenda vuole che il primo maestro di bisso in Sardegna sia stata Berenice di Cilicia, nobile ebrea innamorata dell'imperatore romano Tito, costretto ad abbandonarla una volta salito al trono. Berenice col cuore spezzato ha trascorso il resto dei suoi giorni sull'isola di Sant'Antioco, dove ha continuato a tessere la seta del mare sino alla sua morte, come testimonierebbe una tomba con inciso il suo nome.
Ora potete ben capire come il lavoro della Vigo sia di inestimabile valore. Tutto ciò che conosce lo deve a sua nonna Leonilde Mereo che, con indosso solo una tunica di lino, si immergeva in mare i primi di maggio con la luna nuova alla ricerca del mollusco. La donna le ha insegnato le antiche preghiere da recitare in spiaggia all'alba ed al tramonto, i canti in aramaico da rivolgere alle onde e le litanie nel linguaggio del popolo di Nur, l'originario abitante dei nuraghi. L'arte del bisso viene trasmessa per discendenza matrilineare, ed è collegata all'antico rituale del giuramento dell'acqua "Quando mia nonna mi ha trasferito il formulario per la lavorazione ho capito nel frattempo cosa ero diventata: l’arazzo più bello che mia nonna avesse mai potuto tessere."
La leggenda vuole che il primo maestro di bisso in Sardegna sia stata Berenice di Cilicia, nobile ebrea innamorata dell'imperatore romano Tito, costretto ad abbandonarla una volta salito al trono. Berenice col cuore spezzato ha trascorso il resto dei suoi giorni sull'isola di Sant'Antioco, dove ha continuato a tessere la seta del mare sino alla sua morte, come testimonierebbe una tomba con inciso il suo nome.
Ora potete ben capire come il lavoro della Vigo sia di inestimabile valore. Tutto ciò che conosce lo deve a sua nonna Leonilde Mereo che, con indosso solo una tunica di lino, si immergeva in mare i primi di maggio con la luna nuova alla ricerca del mollusco. La donna le ha insegnato le antiche preghiere da recitare in spiaggia all'alba ed al tramonto, i canti in aramaico da rivolgere alle onde e le litanie nel linguaggio del popolo di Nur, l'originario abitante dei nuraghi. L'arte del bisso viene trasmessa per discendenza matrilineare, ed è collegata all'antico rituale del giuramento dell'acqua "Quando mia nonna mi ha trasferito il formulario per la lavorazione ho capito nel frattempo cosa ero diventata: l’arazzo più bello che mia nonna avesse mai potuto tessere."
Chiara Vigo, a 62 anni, continua a tuffarsi in apnea a tredici metri di profondità a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il Pinna Nobilis nel 1992 è stato dichiarato a rischio estinzione, e quindi protetto, per tanto lei ne ha un'estrema cura, si limita a raccogliere con un taglierino pochi filamenti, dopo centinaia di immersioni, sotto la supervisione delle guardia costiera, recupera appena tre etti di bisso. Ecco cosa racconta la Vigo: "Di tanto in tanto la Pinna secerne una bava (... ) che a contatto con l’esterno si solidifica. Ha l’aspetto di una barba grezza e incolta, ma portata dal buio alla luce si trasforma in bisso, un vello d’oro soffice e biondo".