martedì 7 febbraio 2017

Jhollywood - Recensioni flash "La battaglia di Hacksaw Ridge" & "Split"

Buonsalve Whispers, finalmente posso urlarlo al mondo: ho finito gli esami, ancora non mi sembra vero, finalmente intravedo il traguardo. Volevo condividere con voi questa grande gioia.
Ora veniamo a noi, anche questa sera per la rubrica #Jhollywood vi auguro la buonanotte con due recensioni cinematografiche, la prima è quella di un film che ha ricevuto molte candidature per gli oscar, la seconda riguarda, invece, una pellicola che ha diviso il pubblico. Taglio corto, vi lascio al resto del post. Fatemi sapere se avete visto queste pellicole o se desiderate andare a vederle.

La battaglia di Hacksaw Ridge
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1942, il giovane Desmond Doss, obiettore di coscienza per motivi religiosi e figlio di un veterano della Prima Guerra Mondiale, decide di arruolarsi per servire il proprio Paese. Dopo un addestramento duro e a tratti umiliante, viene ufficialmente designato come soccorritore nella cruenta battaglia di Okinawa. Senza mai imbracciare un arma, Doss dimostrerà a tutti di essere un grandissimo eroe salvando la vita a 75 uomini e diventando il primo obiettore insignito della Medaglia d’Onore del Congresso, la più alta onorificenza militare Americana. [Trailer]

Recensione  La battaglia di Hacksaw Ridge, film candidato a sei premi oscar, è paragonabile ad un pugno nello stomaco, un film che dilania l'animo dello spettatore. 
Uno dei meriti del cinema è proprio quello di portare alla luce le storie di grandi uomini, sfortunatamente rimasti defilati tra le pagine della storia. 
La pellicola racconta la vicenda del soldato Desmond Doss, obiettore di coscienza, partito per il fronte disarmato, e che è riuscito a salvare più di settanta uomini senza fare distinzione tra commilitoni e nemici. 
Un incosciente? Un folle? No, un uomo dall'immenso coraggio.
Il primo tempo ha una narrazione lineare, in cui spicca una venatura ironica che ho molto apprezzo. Una fotografia luminosa incornicia una toccante storia d'amore e di fede nate in tempo di guerra. Questo, però, è solo l'inizio, la calma prima della tempesta. 
Il secondo tempo, infatti, è scandito da lunghe e drammatiche sequenze di guerra, fatte di esplosioni, corpi dilaniati e disperazione. La fotografia, ora, si spegne, si sporca di polvere, sangue e morte. Allo spettatore non è mai concesso un momento di tregue. La battaglia è dipinta nella sua cruda realtà.
Andrew Garfield è straordinario, mi ha conquistata, emozionata fino alle lacrime. L'ho lasciato supereroe adolescente da cinecomic, e l'ho ritrovato uomo, eroe nell'accezione più nobile del termine. Quello che mi ha più affascinata della sua interpretazione sono gli occhi grandi. All'inizio lo sguardo è sornione, divertito, quello di un ragazzo come tanti, poi, ad un tratto, si fa serio, più consapevole, i suoi occhi divengono per i compagni fonte di coraggio e speranza.
Promuovo a pieni voti tutto il cast.
Le immagini di repertorio che precedono i titoli di coda sono il colpo di grazia per lo spettatore, degna conclusione per un grande film. Impossibile trattenere le lacrime.
Mel Gibson con questa pellicola cerca la redenzione, il perdono, vuole riconquistare il pubblico con una storia dal grande impatto emotivo.

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Split
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Anche se Kevin (James McAvoy) ha mostrato ben 23 personalità alla sua psichiatra di fiducia, la dottoressa Fletcher (Betty Buckley), ne rimane ancora una nascosta, in attesa di materializzarsi e dominare tutte le altre. Dopo aver rapito tre ragazze adolescenti guidate da Casey (Anya Taylor-Joy, The Witch), ragazza molto attenta ed ostinata, nasce una guerra per la sopravvivenza, sia nella mente di Kevin – tra tutte le personalità che convivono in lui - che intorno a lui, mentre le barriere delle le sue varie personalità cominciano ad andare in frantumi. [Trailer]

Recensione • Split è una che film che inganna il pubblico, lo disorienta.
Lo spettatore crede di vedere un thriller/psicologico, quasi tutta la sceneggiatura rimane fedele a tale genere, ma ecco che d'improvviso avviene un cambio di rotta. La pellicola si tinge di venature paranormal/horror, genere caro al regista Shyamalan, tale svolta può piacere ad alcuni ma deludere quanti speravano di vedere un copione ancorato al mondo reale.
Mi ha affascinata, ma ancor più spaventata, la tematica principale del film: il disturbo dissociativo della personalità. 
James McAvoy con la sua schiera di personaggi è diabolicamente affascinante, magnetico. Pochi attori possono accettare e poi vincere una sfida così complessa e seducente. 
Perfetta per il ruolo anche la giovanissima Anya Taylor-Joy.
Il gioco di primi e primissimi piani conferisce alla narrazione un senso costante di angoscia, claustrofobia ed inquietudine. Il ritmo è sempre elevato, la maggior parte delle sequenze hanno luogo nello scantinato, un labirinto in cui lo stesso spettatore è un prigioniero.
L'epilogo può essere compreso a pieno solo da coloro che hanno visto un film di inizio millennio (no spoiler), io non rientro in questa fetta di pubblico.
3/4 di pellicola mi sono piaciuto moltissimo, il finale invece mi ha deluso.
Ora attendo con ansia la trasposizione cinematografica del romanzo "The Crowded Room", la vera storia di Billy Milligan, da cui Split ha solo preso spunto. Nei panni del protagonista ci sarà addirittura Leonardo DiCaprio.
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Se lo desiderate premete sul simbolo 1+ in fondo al post, mi farebbe piacere avervi come lettori fissi del blog e vi invito sulla pagina del Whisper e sul mio canale  Ciak: un amore tra le pagine.

Un abbraccio miei cari Whispers.

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