domenica 1 gennaio 2012

Le memorie di Matilde #2


Era un po' che non scrivevo i miei pensieri, le mie memorie. Ma non posso sempre sfruttare la povera Aliena per far sentire la mia voce. Ma adesso sono qui e ho bisogno di scrivere.
Tutte queste festività mi ricordano le nostre celebrazioni; noi le prendevamo in maniera totalmente diversa, non ricordo neanche più l'importanza che avevano.
Avevamo strane tradizioni all'epoca, ma vedo che alcune sono rimaste: noi, in quanto nobili, abbiamo sempre visto addobbare gli alberi nel periodo di festività natalizie, ma non ci siamo mai confusi con il popolo, mio malgrado. Era bello vedere come le persone era felici mentre mettevano quel poco di cibo che aveva sull'albero. Era un totale spreco, ai miei occhi, visto anche le carestie che stavano avendo luogo in molte terre intorno alle nostre, ma gli abitanti del popolo mal volentieri si rifiutavano di festeggiare e allora li si lasciava fare.
Ricordo, poi, che ognuno, da noi nobili ai ceti inferiori, faceva digiuno; era un'usanza che ritrovava nel sue radici in mille anni prima del mio tempo e per quanto fosse una sofferenza digiunare dall'11 novembre, anche se io il digiuno vero e proprio lo iniziamo molto più tardi, era una tradizione che non moriva mai, resisteva imperterrita nei secoli. Come tutte le sofferenze.
Non ricordo, poi, quali altre tradizioni avevamo che, alla fine, si sono dimostrate durature. Di sicuro, erano meno sfarzose di quelle attuali. Aliena e Danielle sono uscite una mattina per poi rientrare a casa con un enorme busta piena di addobbi per l'albero; per addobbi, ovvio, non si intende frutta e formaggi. Piuttosto, le ragazze avevano speso buona parte dei loro risparmi per comprare l'albero che ovviamente in quel rudere non poteva esserci e per decorarlo a dovere, con delle strane, ma meravigliose e fantasiose, palline colorate dai disegni più strani e affascinanti; hanno comprato nastri, luci per illuminare il tutto, e, sulla punta, hanno messo quella che per me è la punta delle lance da torneo che utilizzavano i cavalieri: non appuntita, quindi non letale, ma forte e robusta, in grado di smontare un cavaliere da cavallo. Loro si ostinano a chiamarla semplicemente 'punta'.
La sera del giorno 24 hanno invitato delle persone a cenare con loro; sembravano giovani, forse erano i promessi consorti, o magari semplici amici, visto il modo semplice e genuino con cui scherzavano. Hanno mangiato fino a scoppiare, e, come se non bastasse, si sono abbuffati anche di strani... dolci. Sembravano soffici, alcuni, altri più duri; quelli del "primo gruppo" ricordo che li hanno chiamati "panettoni" alcuni e "pandori" altri, mentre quelli del "secondo gruppo" li hanno chiamati "torroni". Quando Aliena mise in bocca un pezzetto di quest'ultimi dolci riuscii a percepirne, se pur a fatica e non a pieno, il gusto: era squisito! Al mio tempo, ovviamente, non sapevano neanche cosa fossero i dolci di quel genere, soprattutto quell'ultimo dolce ci era totalmente sconosciuto in tutto!
Ah, poi c'è questa ultima festività che chiamano "Capodanno": se almeno il Natale sapevamo cosa fosse, di quest'ultima celebrazione non ne abbiamo mai sentito parlare. Pare che ora si festeggi l'avvento dell'anno nuovo e la fine di quello che sta per passare; si beve, si urla e, cosa che sa di stregoneria, si azionano degli stranissimi congegni che si illuminano per un breve tempo e poi esplodono in un boato assordante, oppure "esplodono" ma senza quel rumore infernale: scintillano semplicemente, un colore prettamente dorato che ha delle punte colorate. Chiamano tutto questo "petardi" e "fontane". In aria, poi, in lontananza, si sono visti dei "fuochi d'artificio"; che strano nome, ancor più strano dei precedenti. Insomma, con tutto questo e con l'aggiunta di una bottiglia di un particolare vino che ho capito si chiami "spumante", gli uomini di tutto il mondo danno il benvenuto al nuovo anno, con la speranza che sia un anno migliore di quello appena passato. E' tutto sommato una festività interessantissima, per una che le sole feste a cui presenziava erano i banchetti con i familiari o con illustri ospiti.
Bè, a questo punto direi di tornare al mio posto, Aliena ha bisogno di riposo dopo tutte queste festività.
A presto, Matilde

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